ParcoOvest e COINVOLGIMENTO DELLA CITTÀ

Ieri diversi interventi relativi al progetto edilizio nel Parco Ovest II di Bergamo hanno riportato all’attenzione il ruolo delle RETI DI QUARTIERE come interlocutore del Comune di Bergamo e rappresentanza dei cittadini.
Un incontro tra le Reti dei quartieri di San Tomaso e Villaggio degli Sposi con l’assessore all’Urbanistica del Comune è stato apparentemente “blindato” agli esterni, sia facenti parte dei quartieri sia cittadini di Bergamo interessati all’argomento: all’incontro hanno potuto partecipare solo le realtà che continuativamente frequentano gli appuntamenti delle Reti di questi due quartieri.
Ora, le Reti di Quartiere sono una realtà VIRTUOSA della città, e non possiamo che RINGRAZIARE le associazioni, i singoli e le istituzioni che, fuori dai propri orari di lavoro e impegno quotidiani, danno il proprio contributo a questi organismi. Tuttavia le Reti NON comprendono TUTTE le realtà che in città operano volontariamente per il BENE COMUNE e la qualità della vita dei cittadini.
Allo stesso modo questo volontariato diffuso non qualifica e non autorizza a NON interrogare TUTTI I CITTADINI che ritengono di voler dare il proprio contributo.
Né le Reti possono simulare una RAPPRESENTANZA democratica di tipo elettorale che NON sussiste.
Né è opportuno da parte dell’Amministrazione sottoporre il proprio operato al giudizio di Associazioni che sono, anche GIUSTAMENTE, per la loro attività spesa per la città, in parte FINANZIATE DALL’AMMINISTRAZIONE stessa.
In estrema sintesi:
Un percorso partecipato NON comincia dalla presentazione di un progetto, anzi dal piano attuativo del costruttore, che sottintende degli accordi pubblico/privato (almeno preventivi) GIÀ PRESI, in assenza della cittadinanza interessata.
Nello specifico riteniamo che il percorso debba partire dalla domanda: CORRIDOIO ECOLOGICO E PARCO oppure AREA DESTINATA A SFRUTTAMENTO IMMOBILIARE?
Un percorso partecipativo DEVE essere, anche per i tempi e i modi in cui è programmato, COMPLETAMENTE TRASPARENTE ed accogliere e discutere già da questo punto le opinioni dei cittadini.
Troppe volte la risposta alle osservazioni è: “TROPPO TARDI, dovevate dirlo prima, ormai il progetto è troppo avanzato”.
Il rischio concreto è di sfociare – come già troppe volte in questi anni – in una tardiva discussione pubblica incentrata su aspetti marginali e residuali che non mettono in discussione la sostanza di trasformazioni urbane come queste, che di fatto mettono a rischio l’integrità del già residuale patrimonio verde della città.
Infine un percorso partecipato NON può USARE (e speriamo che questo non succeda mai) le Reti di Quartiere come palliativo della rappresentanza e della partecipazione dei cittadini: sarebbe l’insulto peggiore da fare ad Associazioni e persone che per i cittadini si spendono.